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Fisioterapia Dermatofunzionale: prima e dopo

La fisioterapia dermatofunzionale agisce su cellulite, rughe e smagliature ma ha anche una funzione riparativa su cicatrici e ulcere.

I risultati possono essere raggiunti, grazie all’aiuto del nostro staff, in maniera efficace, come accaduto per la nostra paziente Martina:

▫️ – È arrivata da noi a Marzo 2023, presentando alcuni inestetismi sul gluteo, causato da un trauma avvenuto circa 4 anni prima.

▫️ – In sole 12 sedute effettuate per la cura del derma, presso la nostra sede, il risultato è stato meraviglioso, con la gioia nostra e soprattutto della nostra paziente.

Se anche tu vuoi provare la fisioterapia dermatofunzionale, contattaci e prenota la tua seduta:

Come contattarci:

  • Email: info@fcenter.it
  • Telefono: 3299263177
    Le nostre sedi
    • Via Frascati 21 C/D, Colonna (RM)
    • Viale 1 Maggio 119, Grottaferrata (RM)

    Segui anche i nostri canali social, costantemente aggiornati con consigli utili per il vostro benessere

Clinica Estetica, Lo Sapevi che

Speciale Cellulite: Panno Di Cotone

Ecco un altro esercizio utile per contrastare la cellulite e migliorarere forza, coordinazione e capacità di contrazione dei muscoli del piede, favorendo anche l’azione di pompaggio del sistema linfatico della gamba.

Ma come funziona e cosa serve? Eccolo in dettaglio (e puoi farlo in qualsiasi momento):

🔹Procurati un panno di cotone (va bene anche un semplice asciugamani)
🔹Mettilo a terra ed esercitarti ad afferrarlo con le dita del piede, cercando di utilizzare in particolare il primo dito.
🔹Ripeti l’esercizio 3 volte a settimana facendo almeno 15/20 ripetizioni , il tuo sistema linfatico ti rigrazierà!

Provalo e facci sapere oppure prenota una consulenza e scopri come possiamo aiutarti:

Un focus sulla cellulite è anche presente nella sezione “patologie” del nostro sito.

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Speciale Cellulite: Pallina Propriocettiva

Abbiamo partato di cellulite tantissime volte sul nostro sito web e nell’area della patologie un focus ancor più approfondito su questa fastidiosa problematica.

All’interno dell’articolo “Cause principali della cellulite ” vi avemo proposto anche qualche esercizia ma, oggi, lo vediamo in modo ancor più dettagliato.

pallina-propriocettiva
Come contrastare la cellululite: pallina propriocettiva

Ecco, quindi, primo esercizio, semplice (ma efficace): la pallina propriocettiva. Procurati una pallina propriocettiva come qulla in foto e segui questi passaggi.

🔹Siediti su una sedia
🔹Posiziona la pallina sotto la pianta del piede
🔹Porta in avanti, indietro e lateralmente il piede . Puoi anche fare dei movimenti di rotazione.

Tutti questi movimenti genereranno una sorta di auto massaggio utilizzando la pallina sottostante.

Questo esercizio si rivela davvero utile e serve a migliorare la propriocezione del piede e a dare un input di stimolazione alla pompa linfatica della gamba.

 

Semplice da fare a casa oppure in palestra: provalo per 3 volte a settimana per almeno 5/6 minuti e… Facci sapere se vi è stato utile!

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Equilibrio e propriocezione

Gli esercizi propriocettivi possono essere utili agli atleti, che in questo modo prevengono il rischio di infortuni ma sono utili anche ai pazienti che presentano un deficit della fisiologia del movimento. Un esempio è l’esercizio visibile in foto, che aiuta equilibrio e propriocezione. 

Ma cosa si intende per propriocezione?

La propriocezione rappresenta l’insieme delle informazioni ricevute dal sistema nervoso centrale relativamente alla posizione del proprio corpo e dei vari segmenti corporei nello spazio quando si è immobili. Grazie a dei propriocettori come, ad esempio, quelli cutanei oppure quelli articolari, il sistema nervoso centrale genera movimenti coerenti, organizzati e non lesivi per il sistema muscolo scheletrico.

Il concetto di propriocezione, quindi, è strettamente collegato a quello di equilibrio: per ottenere quest’ultimo, il sistema nervoso centrale, grazie all’ausilio di occhi e orecchie, integra le informazioni ricevute dai propriocettori a quelle che provengono dall’ambiente esterno.
 
Alcuni deficit possono essere a carico del sistema nervoso centrale (ad esempio parkinson, ictus, sclerosi multipla ecc) oppure di quello muscolo scheletrico (traumi articolari, intervento a tendini e legamenti ecc)
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Che cos’è la vulvodinia?

Il dolore nella zona della vulva può essere dovuto ad un disordine specifico o può non avere una causa specifica né essere correlato ad altre problematiche, ed in questo caso parliamo di Vulvodinia.

Con il termine Vulvodinia si indica “un dolore cronico localizzato nell’area vulvare che supera i tre mesi o i sei mesi a seconda delle definizioni, senza una causa chiara e identificabile”.

In passato si pensava che si trattasse di un problema strettamente psicologico; al contrario, la Vulvodinia è stata poi indicata dalla comunità scientifica come una malattia caratterizzata da tanti fattori, ma senza una causa specifica.

Quando parliamo di Vulvodinia includiamo infatti tante condizioni cliniche vulvari, che possono avere diverse cause e caratteristiche, ma che hanno tutte un sintomo comune: dolore cronico, continuo o intermittente, spontaneo o provocato, e soprattutto invalidante.

Il dolore può anche manifestarsi in risposta ad uno stimolo tattile, inclusi un abbigliamento troppo stretto o la stimolazione fisica dell’area vulvare, in occasione del rapporto sessuale o della visita medica. Può essere generalizzata, o circoscritta all’area vestibolare, al clitoride, alla mucosa vicino all’uretra o a una zona limitata della vulva.

Inoltre, in occasione della festa della donna potrete incontrare alcuni membri del nostro staff e altro personale specializzato: l’evento è gratuito (partecipazione obbligatoriìa).

Chi soffre di vulvodinia?

La vulvodinia interessa donne di tutte le età e di ogni etnia, con incidenza dei sintomi maggiore nelle giovani donne di età compresa fra i 18 e i 25 anni.

Ne soffre inoltre ben il 4% delle donne fra i 45 e i 54 anni, e un altro 4% delle donne fra i 55 e i 64 anni.

Quali sono i tipi di vulvodinia?

 Possiamo distinguere, in base ai sintomi, tra:

  1. Vulvodinia provocata, se i sintomi sono avvertiti durante la penetrazione vaginale, lo sfregamento, oppure al solo contatto;
  2. Vulvodinia spontanea, quando il dolore è avvertito in modo costante, anche in assenza di fattori scatenanti;
  3. Mista (sia provocata sia spontanea).

Un’ulteriore distinzione si fa secondo l’area in cui si localizza:

  1. Vulvodinia generalizzata, quando il disturbo interessa l’area vulvare, il perineo e la zona perineale;
  2. Vestibulodinia o vestibolite vulvare, quando il dolore si concentra sul vestibolo vaginale (la parte compresa tra l’introito della vagina e le piccole labbra);
  3. Clitoridodinia, se la sensazione di dolore interessa il clitoride;
  4. Vulvodinia disestetica o essenziale, la forma più comune dopo la menopausa, che interessa la zona tra il retto e la zona uretrale, oltre che vulvare.

Come si vive con la vulvodinia?

 A causa della vulvodinia le pazienti sono spesso costrette a saltare giornate lavorative o scolastiche, spesso riferiscono un impatto negativo sul lavoro, sulle attività ricreative, o semplicemente sulla capacità di godersi la propria vita.

Spesso la paziente sente di “non avere il controllo sulla propria vita” a causa del dolore vulvare.

Il dolore vulvare cronico ha inoltre un impatto sulla vita sessuale, in maniera piuttosto importante: è causa spesso di interruzione o evitamento dei rapporti sessuali.

Tutto questo alza inevitabilmente i livelli di stress personale.

Le pazienti con vulvodinia hanno inoltre una probabilità maggiore di riportare condizioni mediche croniche come la sindrome da stanchezza complessiva cronica, la fibromialgia, la sindrome dell’intestino irritabile e la depressione.

Inoltre, queste pazienti spesso riferiscono mestruazioni irregolari, mestruazioni dolorose e sindrome premestruale. C’è poi maggiore probabilità di riportare infezioni del tratto urinario e infezioni da lieviti.

Quali sono i rimedi per la vulvodinia?

Avendo un’origine multifattoriale, l’approccio ideale è multidisciplinare.

Innanzitutto, vengono date alcune linee guida sullo stile di vita che la paziente dovrebbe adottare parallelamente alla fisioterapia:

  1. Per quanto riguarda la biancheria intima sarebbe preferibile l’utilizzo di biancheria in cotone non colorato in quanto questo materiale non intrappola l’umidità prevenendo quindi irritazioni, infezioni e reazioni allergiche.
  2. Si raccomanda l’utilizzo di indumenti comodi, quindi evitare collant o pantaloni troppo aderenti.
  3. L’utilizzo di detergenti intimi approvati dermatologicamente e ginecologicamente è fondamentale, evitare invece i prodotti per l’igiene femminile come creme e saponi profumati.
  4. Evitare di trattenere a lungo l’urina, in ogni caso è ottimale svuotare la vescica prima che sia completamente piena.
  5. Evitare il più possibile l’utilizzo di anestetici locali durante i rapporti, questo perché nell’atto si possono verificare delle microabrasioni della mucosa che aggraverebbero lo stato infiammatorio di base, nonché la proliferazione delle fibre dolorifiche e l’iperattività del muscolo elevatore dell’ano, che peggiorerebbe la contrazione difensiva restringendo ulteriormente l’introito vaginale.

In genere la rieducazione del pavimento pelvico prevede un ciclo minimo di 10 sedute a cadenza settimanale, dopodiché in base ai risultati raggiunti ci si accorda direttamente con il fisioterapista specializzato per il mantenimento dei risultati ottenuti.

La fisioterapia per questa patologia prevede un approccio vario: abbiamo la terapia manuale che va a lavorare tutti i trigger point interni e la forchetta vaginale, dove in genere si localizza di più il dolore, si effettua inoltre l’allungamento dei muscoli adduttori e dei principali muscoli del bacino, si riducono le tensioni fasciali dell’area del bacino e della pelvi, e si lavora sulla sinergia dei muscoli pelvici.

Per quanto riguarda la terapia strumentale invece, questa viene applicata tramite sonda vaginale, che è personale e inserita dalla paziente in totale autonomia e privacy,  e comprende:

  • TENS antalgica per il dolore;
  • Biofeedback.

La terapia si svolge in un ambiente adatto, con la giusta temperatura, e in cui la paziente deve sentirsi a proprio agio, motivo per cui non c’è entrata o uscita di persone che non siano la terapista o la paziente.

Per maggiori approfondimenti, consulta la terapia specifica, il pavimento pelvico, a questo link.

Dedicheremo una giornata alle donne il giorno 8 marzo 2023 nella Sala Elsa Morante a Colonna, parlando di alcune problematiche correlate: partecipa all’evento.

Benessere Donna

Cause principali della cellulite

La cellulite rappresenta una situazione di alterato metabolismo localizzato a livello del tessuto sottocutaneo, la quale determina un aumento delle dimensioni delle cellule adipose e una ritenzione idrica negli spazi intercellulari. Ma qual è la causa principale della cellulite? Analizziamo insieme tutte le possibili cause in questo articolo.

Quante volte abbiamo sentito dire che la causa primaria della cellulite sono gli ormoni femminili? Cosa significa questo in pratica?

Semplificando, gli ormoni sessuali femminili (progesterone ed estrogeni) fanno sì che si generi edema (accumulo di liquidi) generalizzato, che viene ulteriormente aggravato dal grasso sottocutaneo che concorre ad aggravare la stasi dell’edema. Questa situazione (edema ciclico), che si ripete ogni mese per anni, fa sì che questo liquido passi allo stato di gel, il gel genera fibrosi. La fibrosi fa contrarre la pelle (quasi “trascinandola” verso il basso) con annessi vasi sanguigni, linfatici e nervi, generando così la sclerosi che dà tipicamente dolore, anestesia e ipotermia (le zone con cellulite sono tipicamente “più fredde”).

Qiali altri fattori agiscono la cellulite, oltre a quelli ormonali?

Ecco altri fattori che agiscono sulla cellulite:

  • La “costituzione” (o meglio la morfologia costituzionale: la tipologia ginoide accumula più grasso su fianchi e gambe, quella androide accumula più grasso addominale)
  • Alimentazione
  • Alterazioni osteo articolari e posturali
  • Vita sedentaria
  • Utilizzo frequente di abiti troppo stretti
  • Utilizzo di ormoni
  • Alcool e tabacco
  • Utilizzo di calzature che limitano il movimento dei piedi (in particolare il primo dito del piede, fondamentale per un funzionamento adeguato della pompa linfatica dell’arto inferiore) *** (esercizi utili pe contrastare la cellulite? Scorri l’articolo…)
  • Stress protratto per lungo periodo

È vero che gli uomini non hanno la cellulite?

Premettendo che questa affermazione non è del tutto vera, tendenzialmente gli uomini sono meno predisposti per due motivi principali:

  1. Presenza esigua di estrogeni (no edema ricorrente)
  2. Nel tessuto adiposo sottocutaneo, a livello del quale si forma e resta intrappolato l’edema, sono presenti dei setti che separano le cellule adipose. Semplicemente nell’uomo questi setti sono obliqui, nella donna sono verticali, questo fa sì che sia più visibile l’inestetismo.

Quando “inizia” la cellulite?

Proprio per quanto sopra spiegato, possiamo affermare che la cellulite inizi col primo ciclo mestruale.

Se tale affermazione è vera, come mai la cellulite non regredisce con la menopausa?

In menopausa risulta esservi uno squilibrio di estrogeni e progesterone, che aggrava questo tipo di problematica.

Esistono anche degli stadi per classificare la cellulite. Ecco l’elenco:

  1. Stadio uno: edema
  2. Stadio due: edema gel
  3. Stadio tre: fibrosi

Altre classificazioni prevedono

  1. Stadio quattro: fibrosi avanzata
  2. Stadio cinque: sclerosi

Quali tipi di cellulite esistono? Ecco l’elenco:

  • Cellulite dura o consistente
  • Cellulite flaccida
  • Cellulite edematosa
  • Cellulite mista (molto comune)

Quali sono le metodologie per valutare la cellulite? Di seguito l’elenco:

  1. Ispezione e palpazione effettuati da un professionista esperto
  2. Termografia
  3. Ecografia
  4. Risonanza magnetica

Quali sono gli strumenti a disposizione nei nostri centri per combattere la cellulite?

Per combattere la cellulite, nei nostri centri, troverai efficaci e moderni strumenti utili per risolvere questa fastidiosa problematica:

Attenzione: NON è il singolo macchinario a garantire il risultato, ma la professionalità delloperatore, che saprà valutare ogni singola problematica individualmente. Applicando le giuste tecniche, utilizzando i corretti mezzi fisici, al momento giusto e opportunamente “dosati”, il professionista potrà accompagnare la paziente verso il miglior risultato auspicabile, abbinato ad un miglioramento dello stile di vita generale.

***Vi consigliamo, a tal proposito, due esercizi per aiutare il drenaggio della gamba:

  1. Procurarsi una pallina propriocettiva (foto in apertura del blog). Sedersi su una sedia. Posizionare la pallina sotto la pianta del piede. Portare in avanti, indietro e lateralmente il piede. Si possono anche fare dei movimenti di Rotazione. Tutti questi movimenti genereranno una sorta di auto massaggio utilizzando la pallina sottostante. Serve a migliorare la propriocezione del piede e a dare un input di stimolazione alla pompa linfatica della gamba. Vuoi maggiori informazioni su come svolgere l’esercizio? Leggi qui.
  2. Procurarsi un panno di cotone (va bene anche un semplice asciugamani). Metterlo a terra ed esercitarsi ad afferrarlo con le dita del piede, cercando di utilizzare in particolare il primo dito. Questo migliorerà la coordinazione, la forza e la capacità di contrazione dei muscoli del piede, migliorando l’azione di pompaggio del sistema linfatico della gamba. Leggi qui per ulteriori dettagli sull’esercizio numero due.

Leggi anche questo articolo: equilibrio e propriocezione., con alcuni spunti utili seguiti anche da atleti professionisti (buona lettura)

Soffri di cellulite? Contatta i nostri centri e prenota un appuntamento!

Clinica Estetica, Lo Sapevi che

DOLORE PATELLOFEMORALE

DOLORE ANTERIORE DEL GINOCCHIO – DOLORE PATELLOFEMORALE

Molto spesso nel nostro studio si presentano pazienti con uno dei disturbi più frequenti dal punto di vista muscolo-scheletrico ovvero un dolore localizzato nella porzione anteriore del ginocchio.

Questa situazione è estremamente comune ed è secondo soltanto al mal di schiena aspecifico, meglio conosciuto come Low Back Pain (se non ne hai mai sentito parlare dai un’occhiata al nostro articolo!).

MA COS’È IL DOLORE ANTERIORE DEL GINOCCHIO E DA COSA È CAUSATO?

Per andare ad analizzare questa situazione è bene che illustrare alcune strutture che compongono questa affascinante ma complessa articolazione.

Il ginocchio è una articolazione composta prevalentemente da tre ossa: la tibia, il femore e anteriormente dalla rotula.

Ciò che rende questa articolazione così affascinante è data dal fatto che nonostante sia così mobile è altrettanto resistente: è in grado, infatti, di flettersi ed estendersi in modo tale da permetterci di compiere i movimenti più disparati, il tutto assorbendo le sollecitazioni derivanti dal peso del corpo.

Ma cosa permette al ginocchio di essere così forte? La stabilizzazione del ginocchio è permessa, innanzitutto, dai legamenti.

I più conosciuti ed importanti sono: legamento patellare, che si estende dal suo bordo inferiore fino alla tibia. Posteriormente, invece, i legamenti poplitei obliquo e arcuato uniscono il femore alla tibia e al perone. Infine, i legamenti collaterali mediale e laterale connettono il femore e la tibia impedendo che il ginocchio si muova lateralmente verso l’interno o l’esterno del corpo, mentre i crociati prevengono l’estensione eccessiva del ginocchio (crociato anteriore) e impediscono alla tibia di muoversi posteriormente rispetto al femore (crociato posteriore).

MA DA COSA È CAUSATO QUINDI IL DOLORE FEMOROTULEO?

Il dolore davanti al ginocchio ha origine multifattoriale.

Le persone che praticano sport hanno una probabilità maggiore di sviluppare tale condizione ed è più frequente nelle donne.

È inoltre importare ricordare che circa il 6-7% degli adolescenti ha questo dolore e questa percentuale aumenta al 16-17% se fanno sport.

LE STRUTTURE CHE CAUSANO IL DOLORE POSSONO ESSERE:

  • Osso: in caso di artrosi piuttosto avanzata
  • Infiammazione del tendine rotuleo a seguito di eccessivi carichi o sollecitazioni: molto spesso si verifica quando l’allineamento tra la rotula e il ginocchio non è ottimale a causa di una eccessiva mobilità della rotula
  • Infiammazione del Corpo di Hoffa (fat pad): struttura poco conosciuta, localizzata nella parte posteriore della rotula ed estremamente sensibile a causa delle numerose terminazioni nervose che sono presenti nella zona.
  • Legamenti collaterali generalmente a seguito di traumi distorsivi: ad esempio durante la pratica dello sport
  • Lesioni meniscali
  • Anca: ebbene sì, anche problemi a livello dell’anca possono essere riferiti sottoforma di dolore che decorre lungo la coscia fino ad arrivare al ginocchio
  • Alterazioni nell’appoggio del piede

Anche problemi posturali possono interferire con la dinamica articolare del ginocchio e causare sovraccarichi.

È dimostrato, infatti, che i pazienti che presentano varismo, valgismo, piede piatto e pronato possono incorrere più facilmente in fastidi a livello del ginocchio.

Lo sapevi che…? La forza dell’anca e del tronco sono influenzate in maniera significativa dal dolore davanti al ginocchio? Si è registrato infatti che a seguito di tale condizione sull’anca i movimenti che risultano indeboliti sono rotazione esterna e abduzione; per quanto riguarda il tronco le persone hanno mediamente il 29 percento di forza in meno sul lato del dolore.

COSA FARE QUINDI?

Il nostro consiglio è quello di consultare uno specialista in merito sia esso un fisiatra, un ortopedico o fisioterapista per poter avere un inquadramento corretto della situazione in quanto, come abbiamo visto, le cause del dolore sono molte e spesso di difficile differenziazione.

Ciò che è importate sottolineare è che esistono numerose terapie efficaci contro questi fastidi che consentono di eliminare i suddetti fastidi.

Dal punto di vista fisioterapico, ad esempio, attraverso terapie fisiche strumentali, come laser e tecar, e specifici esercizi che puntano a gestire gli squilibri muscolari tipici di questa situazione.

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