Magnetoterapia
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Cos’è la magnetoterapia?
La magnetoterapia è una terapia fisica che prevede l’impiego di campi magnetici che vengono impiegati per poter trattare alcune patologie osteoarticolari. Nata agli albori del secolo scorso e perfezionata nel tempo, è oggi una delle terapie più prescritte in ambito riabilitativo.
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Quali sono gli effetti della magnetoterapia e su cosa agisce?
La magnetoterapia esplica i suoi effetti aiutando a ripristinare la normale funzione biologica delle cellule favorendo la rigenerazione dei tessuti e allo stesso tempo la vascolarizzazione, diminuendo quindi i tempi di recupero. Quando si verificano dei processi infiammatori o traumatici le cellule tendono a perdere la loro energia interna andando incontro alla degenerazione. Lo scopo della magnetoterapia è proprio quello di rigenerare i tessuti per favorire i processi di guarigione espletando un’azione antinfiammatoria, un effetto antidolorifico, migliorando la circolazione sanguigna e accelerando la calcificazione delle fratture e la cicatrizzazione delle ferite. I principali effetti della magnetoterapia si hanno su:
- tessuto osseo: grazie alla stimolazione dell’osteogenesi e all’aumento dell’assimilazione del calcio. ciò permette alle ossa di rigenerarsi dopo fratture, e generalmente rinforzarsi e renderle meno soggette a fratture o patologie degenerative;
- sistema nervoso: in queste strutture vengono promossi gli scambi ionici a livello della membrana cellulare e la normalizzazione della conducibilità elettrica favorendo un effetto antalgico.
Per questi motivi la magnetoterapia risulta essere particolarmente indicata in tutte le patologie caratterizzate da dolore e infiammazione. In particolare, è possibile applicarla in caso di:
- Osteoporosi o osteopenia
- Ritardi di consolidamento osseo
- Osteoartrite
- Pseudoartrosi
- Infiammazioni tissutali
- Lesioni cutanee
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Si può usare se ci sono mezzi di sintesi?
Si, la magneto terapia può essere effettuata anche se nell’organismo ci sono placche, viti, chiodi, protesi… perché si avvale dell’azione delle forze di Lorentz: sotto l’azione del campo magnetico c’è una riduzione del 2% dell’attrito a livello della microcircolazione capillare ci sarà un maggiore afflusso di sangue. Questo è importante per la vascolarizzazione dell’osso corticale che di per sé è ridotta. Aumentando la vascolarizzazione si riducono i tempi di guarigione delle fratture e si possono prevenire i ritardi di consolidazione. Questo avviene ad intensità elevata (70-80 Gauss), che fa aumentare il flusso ematico del 2-3%; si ha quindi iperemia senza vasodilatazione (in genere la vasodilatazione è conseguenza di aumento di calore che però surriscalderebbe i mezzi di sintesi): non producendo calore è applicabile anche su mezzi di sintesi.
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Quali sono gli effetti collaterali e le controindicazioni?
La magnetoterapia è una terapia sicura che non possiede alcun effetto indesiderato, tuttavia è controindicata, così come tutti gli elettromedicali, per i portatori di pacemaker in quanto i campi magnetici potrebbero causarne alterazioni nel corretto funzionamento. Inoltre, la terapia viene anche sconsigliata (o comunque deve essere accuratamente valutata la situazione caso per caso) a coloro con pregresse patologie oncologiche negli ultimi cinque anni e alle donne in stato di gravidanza, a pazienti epilettici.