Che cos’è la vulvodinia?

Che cos’è la vulvodinia?

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Il dolore nella zona della vulva può essere dovuto ad un disordine specifico o può non avere una causa specifica né essere correlato ad altre problematiche, ed in questo caso parliamo di Vulvodinia.

Con il termine Vulvodinia si indica “un dolore cronico localizzato nell’area vulvare che supera i tre mesi o i sei mesi a seconda delle definizioni, senza una causa chiara e identificabile”.

In passato si pensava che si trattasse di un problema strettamente psicologico; al contrario, la Vulvodinia è stata poi indicata dalla comunità scientifica come una malattia caratterizzata da tanti fattori, ma senza una causa specifica.

Quando parliamo di Vulvodinia includiamo infatti tante condizioni cliniche vulvari, che possono avere diverse cause e caratteristiche, ma che hanno tutte un sintomo comune: dolore cronico, continuo o intermittente, spontaneo o provocato, e soprattutto invalidante.

Il dolore può anche manifestarsi in risposta ad uno stimolo tattile, inclusi un abbigliamento troppo stretto o la stimolazione fisica dell’area vulvare, in occasione del rapporto sessuale o della visita medica. Può essere generalizzata, o circoscritta all’area vestibolare, al clitoride, alla mucosa vicino all’uretra o a una zona limitata della vulva.

Inoltre, in occasione della festa della donna potrete incontrare alcuni membri del nostro staff e altro personale specializzato: l’evento è gratuito (partecipazione obbligatoriìa).

Chi soffre di vulvodinia?

La vulvodinia interessa donne di tutte le età e di ogni etnia, con incidenza dei sintomi maggiore nelle giovani donne di età compresa fra i 18 e i 25 anni.

Ne soffre inoltre ben il 4% delle donne fra i 45 e i 54 anni, e un altro 4% delle donne fra i 55 e i 64 anni.

Quali sono i tipi di vulvodinia?

 Possiamo distinguere, in base ai sintomi, tra:

  1. Vulvodinia provocata, se i sintomi sono avvertiti durante la penetrazione vaginale, lo sfregamento, oppure al solo contatto;
  2. Vulvodinia spontanea, quando il dolore è avvertito in modo costante, anche in assenza di fattori scatenanti;
  3. Mista (sia provocata sia spontanea).

Un’ulteriore distinzione si fa secondo l’area in cui si localizza:

  1. Vulvodinia generalizzata, quando il disturbo interessa l’area vulvare, il perineo e la zona perineale;
  2. Vestibulodinia o vestibolite vulvare, quando il dolore si concentra sul vestibolo vaginale (la parte compresa tra l’introito della vagina e le piccole labbra);
  3. Clitoridodinia, se la sensazione di dolore interessa il clitoride;
  4. Vulvodinia disestetica o essenziale, la forma più comune dopo la menopausa, che interessa la zona tra il retto e la zona uretrale, oltre che vulvare.

Come si vive con la vulvodinia?

 A causa della vulvodinia le pazienti sono spesso costrette a saltare giornate lavorative o scolastiche, spesso riferiscono un impatto negativo sul lavoro, sulle attività ricreative, o semplicemente sulla capacità di godersi la propria vita.

Spesso la paziente sente di “non avere il controllo sulla propria vita” a causa del dolore vulvare.

Il dolore vulvare cronico ha inoltre un impatto sulla vita sessuale, in maniera piuttosto importante: è causa spesso di interruzione o evitamento dei rapporti sessuali.

Tutto questo alza inevitabilmente i livelli di stress personale.

Le pazienti con vulvodinia hanno inoltre una probabilità maggiore di riportare condizioni mediche croniche come la sindrome da stanchezza complessiva cronica, la fibromialgia, la sindrome dell’intestino irritabile e la depressione.

Inoltre, queste pazienti spesso riferiscono mestruazioni irregolari, mestruazioni dolorose e sindrome premestruale. C’è poi maggiore probabilità di riportare infezioni del tratto urinario e infezioni da lieviti.

Quali sono i rimedi per la vulvodinia?

Avendo un’origine multifattoriale, l’approccio ideale è multidisciplinare.

Innanzitutto, vengono date alcune linee guida sullo stile di vita che la paziente dovrebbe adottare parallelamente alla fisioterapia:

  1. Per quanto riguarda la biancheria intima sarebbe preferibile l’utilizzo di biancheria in cotone non colorato in quanto questo materiale non intrappola l’umidità prevenendo quindi irritazioni, infezioni e reazioni allergiche.
  2. Si raccomanda l’utilizzo di indumenti comodi, quindi evitare collant o pantaloni troppo aderenti.
  3. L’utilizzo di detergenti intimi approvati dermatologicamente e ginecologicamente è fondamentale, evitare invece i prodotti per l’igiene femminile come creme e saponi profumati.
  4. Evitare di trattenere a lungo l’urina, in ogni caso è ottimale svuotare la vescica prima che sia completamente piena.
  5. Evitare il più possibile l’utilizzo di anestetici locali durante i rapporti, questo perché nell’atto si possono verificare delle microabrasioni della mucosa che aggraverebbero lo stato infiammatorio di base, nonché la proliferazione delle fibre dolorifiche e l’iperattività del muscolo elevatore dell’ano, che peggiorerebbe la contrazione difensiva restringendo ulteriormente l’introito vaginale.

In genere la rieducazione del pavimento pelvico prevede un ciclo minimo di 10 sedute a cadenza settimanale, dopodiché in base ai risultati raggiunti ci si accorda direttamente con il fisioterapista specializzato per il mantenimento dei risultati ottenuti.

La fisioterapia per questa patologia prevede un approccio vario: abbiamo la terapia manuale che va a lavorare tutti i trigger point interni e la forchetta vaginale, dove in genere si localizza di più il dolore, si effettua inoltre l’allungamento dei muscoli adduttori e dei principali muscoli del bacino, si riducono le tensioni fasciali dell’area del bacino e della pelvi, e si lavora sulla sinergia dei muscoli pelvici.

Per quanto riguarda la terapia strumentale invece, questa viene applicata tramite sonda vaginale, che è personale e inserita dalla paziente in totale autonomia e privacy,  e comprende:

  • TENS antalgica per il dolore;
  • Biofeedback.

La terapia si svolge in un ambiente adatto, con la giusta temperatura, e in cui la paziente deve sentirsi a proprio agio, motivo per cui non c’è entrata o uscita di persone che non siano la terapista o la paziente.

Per maggiori approfondimenti, consulta la terapia specifica, il pavimento pelvico, a questo link.

Dedicheremo una giornata alle donne il giorno 8 marzo 2023 nella Sala Elsa Morante a Colonna, parlando di alcune problematiche correlate: partecipa all’evento.

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